Di come sopravvivere al Natale da single ne avevo parlato già anni fa, ma occorre fare un po’ di aggiornamento sulla questione, anche perché la singolanza, come tutte le cose della vita, ha stadi e fasi che cambiano con il tempo. Se all’epoca la mia preoccupazione principale era quella di vestirmi da Babbo Natale e trovare una generosa pulzella disposta a fare da renna, ora che la mia “condizione” ha smesso di essere eccezionale per diventare normalità, alcuni capricci sono passati in secondo piano.
Per quanto riguarda le amicizie, ahimé sono sempre di più le coppie che si sfasciano, e quindi posso passare ore a dare preziosi consigli, dato che mi sono autoinsignito del titolo di consigliere di single, e questa carica diventa ogni anno più istituzionale e riconosciuta. Ed è sempre interessante ripassare la lezione dalle basi, tentando di dare motivi per tornare alla vita ad amici il cui pensiero più felice è al massimo immaginarsi una degna sepoltura.
Questo non significa che non posso lo stesso farmi qualche passeggiata a braccetto guardando le vetrine addobbate, o sussurrare “Yo ho ho, ho un pacco da consegnarti” a una malcapitata, avendo addosso solo mutande rosse e pantofole col pelo pianco. Magari non proprio la sera del 24 dicembre, e probabilmente neanche la mattina del 25, ma alla fine anche questi sono dettagli di poca importanza.
Diciamo che la cosa più importante per un single durante le feste è quella di trovare un proprio posto nel mondo, una propria identità che non sia né quella di coppia, né la stereotipata macchietta del frivolo gaudente oltre tempo massimo.
Abbandonate le commiserazioni dei primi tempi, si diventa semplicemente una Persona, con le sue caratteristiche e problematiche, che non viene esaltata o compatita: è così e basta. Ci si trova in una condizione personale, non per forza eterna e immutabile, ma neanche da vivere come una scarpa stretta che non si vede l’ora di abbandonare. La casa migliora come arredi e pulizia, e perde un po’ il carattere provvisorio degli inizi. Le abitudini e i ritmi si consolidano e si smette di accordarsi a quelli degli altri. Potrebbe essere così per tutta la vita, oppure why not, potrebbe cambiare tutto quando meno ce lo aspettiamo: l’importante è non vivere in un’eterna ansia del Cambiamento, maledicendo quella papabile principessa che non si decide a perdere la scarpetta di vetro proprio davanti a casa nostra!