La fine di una storia potrebbe non creare solo una figurata voragine nel petto, ma anche, in casi particolari, un buco concreto nelle finanze. Se è noto che l’ “e vissero felici e contenti” ha effetti positivi anche nella realtà professionale, nessuno racconta mai che ne è dell’aspetto lavorativo quando la favola finisce.
Non parlo del dolore che offusca la mente e del cervello che si rifiuta di pensare a qualunque cosa diversa dal perduto amore. Parlo di tutti quegli intrecci che scaturiscono da una vita di coppia lunga e felice e che inevitabilmente investono anche le relazioni lavorative.
Ecco come sono finita, a differenza della massa di ammogliati che si fingono scapoli, a dovermi, da single, spacciare per fidanzata!
La storia
Gelosissima di qualsiasi essere di sesso femminile, non importa se di fattezze tali da poter fare la comparsa in “the walking dead”, o di proporzioni mastodontiche, o con voce suadente alla Vanna Marchi, insomma non importa se anche un ergastolano in isolamento preferirebbe il porto sicuro della masturbazione. Tutte devono essere intralciate e ostacolate con subdoli e malefici artifizi.
Tutte, tranne me!
Io sono al riparo in quanto titolare di una indiscutibilmente grande storia d’amore, solida e duratura, inattaccabile da eventi esterni.
E infatti…
Da tre anni Marco è uscito dalla nostra casa e dalla mia vita ma continuiamo ad amarci nell’immaginario dei miei colleghi.
Ma a tenere in piedi questa rocambolesca menzogna si creano comunque situazioni degne di una spy story, dove la spia (c’est moi!) pare più Fracchia che James Bond. Sembra tutto facile, ma per chi non è abituato a mentire la prima problematica della bugia è: ricordarsela!
In ufficio:
– Ogni venerdì la Yuppie’s wife mi chiede gioiosamente “Torna Marco?” “…CHI???? … AH! Marco! Il mio Romeo! L’amato bene! Certocertocerto che torna!”
Fuori dall’ufficio:
Magari finisse tutto dentro l’ufficio. La vita sotto copertura non cessa mai! Che fai quando le nuove frequentazioni ti dicono “ti accompagno/ti vengo a prendere in ufficio”? “NOOOOOOOOOO…ehm… mi piace camminare, devo passare in posta, in banca, dal pusher, vediamoci all’angolo che ti è più comodo parcheggiare!”
E se con una new entry, una sera in un locale, incontri il collega che ti guarda divertito con stampato in fronte “hai capito la fedifraga!” e sbianchi, ti irrigidisci, balbetti, sproloqui….come può la povera new entry capire? Non può. Meglio dire di essere bipolare.
E l’amante ripudiato che si presenta con gli occhi gonfi di lacrime sotto quel benedetto ufficio? ARGH! Trasportarlo immediatamente altrove e farlo sfogare altrimenti addio copertura.
Una sera ho dovuto anche rifiutare il corteggiamento di un bel ragazzo perché proveniente dallo stesso paesello del Molise della mia collega detta LaSvampy (quanti saranno in tutto il Molise? un rischio troppo alto).
Insomma una vita sul filo del rasoio dove mi devo barcamenare fra segreti e bugie maldette, e ogni giorno penso: accidenti a te Marco, mi hai tolto l’amore ma diamine, non mi toglierai anche il mio adorato lavoro!!!!
PS E quasi quasi mi ri-abbono a Inter Channel solo per gufare….
Che schifo!