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ripartenza per i single

Cari single ecco come ripartire davvero

Maggio 5, 2020

Come tutti voi single, anche io ho passato gli ultimi mesi in quarantena forzata causa lockdown, e ora mi trovo nella tanto agognata Fase Due di questa emergenza, dove alcune limitazioni sono venute meno e abbiamo la possibilità di uscire, evadere da casa, incontrare i tanto vituperati congiunti e in parole povere, ripartire. Tutto questo ostentato ripartire, ripartire, ripartire ma…esattamente: ndo’ cazzo dovemo annà, alla fine? Il problema è che francamente, non lo so.


Ho vissuto relativamente bene tutta la prima parte di questa quarantena, proprio perché da anni abituato a vivere da solo. Ho usato quel tempo per lavorare di più, rimpinguare le magrissime finanze, esprimere la mia creatività, e di sicuro non mi sono annoiato. Mentre il mondo fuori implodeva e sclerava di brutto, mi sono sentito una sorta di piccolo veterano con le stellette, e questo mi ha consentito di vivere il periodo in modo positivo, forte, solido.

E’ arrivata la semilibertà, e ora?

50 sfumature di rossoCerto, come tutti ho iniziato a coltivare fantasie sessuali degne di un porcospino, a idealizzare incontri con nuove campionesse di wrestling femminile, a mettere al primo posto quel Qui e Ora, quell’Attimo Fuggente, che improvvisamente mi veniva negato da cause di forza maggiore e non sempre e solo dalla mia incapacità di spiccare il volo veramente.

Poi, con l’arrivo della Fase Due, e quindi con la possibilità di poter finalmente concretizzare (sebbene con tantissime limitazioni) tutta questa bella consapevolezza epicurea, qualcosa è cambiato. La solitudine estrema mi ha reso un po’ simile al Marchese del Grillo, e questo mi indica che i miei orizzonti (magari funzionali al vivere meglio la fase di isolamento) erano sbagliati. Non dico che dopo tanta voglia mi si sia intirizzito il ghiacciolino, ma solo che ho fatto qualche riflessione ulteriore.

Ho capito che quello che mi si è bloccato in questo periodo, non è tanto il funzionamento del Sacro Augello, ma un meccanismo più profondo legato al desiderare, argomento del quale ho parlato tanto nel tempo. Ma davvero la mia più grande aspirazione, dopo 40, 50 giorni (ho perso il conto) di reclusione totale, è quella di incontrare la prima  “svuotatasche” su Meetic per ballare un tuca tuca dal sapore nuovo? Se la mia dimensione del desiderio è questa, beh allora vuol dire che mi sono impoverito parecchio in questi mesi.

Un poco màs

Se è solo questo quello che mi è mancato, allora non è che mi sento un gran bene, perché ho sempre sostenuto che la nostra grandezza è proporzionale a quella dei nostri sogni, dei nostri desideri, di quella bolla molto più grande di noi che ci avvolge tipo la donna invisibile dei Fantastici 4 e che definisce l’ampiezza del nostro valore, del nostro essere interessati e interessanti, della nostra attrattività, della nostra vita.

Tanto, per mangiare mangio, per lavorare lavoro, i miei hobby ce li ho, che cosa mi manca in fondo? Quello che manca oggi è, ripeto, il desiderare una nuova vita. Coltivare nuovi difficili sogni, mettersi in moto per un progetto a lungo termine. Uscire dalla devastante comfort zone (che grazie a Dio non è stata una scomfort zone come è accaduto per altri) che ha saputo coccolarmi nel suo tiepido e familiare ventre per questi mesi.  Ma che ora devo ritrovare la voglia di bucare come un palloncino, se no questo utero rischia di diventare un polmone d’acciaio.

ritratto dorian grayMi sento più vecchio oggi, forse perché ho vissuto chiaramente e senza distrazioni il trailer di un futuro da solo, e ho capito che non è un film che proprio smanio di guardare tutto fino alla fine. Mi si sono avvicinati di botto quei 50 anni (eh si cari, ho iniziato questo blog a 44 anni e sono 4 anni ormai che mi leggete) che ancora non sono imminenti ma che neanche sono così lontani. E condurre la vita fatta in questi giorni, con il solo plus di una vaginoterapia intensiva, non è abbastanza per voler tornare a vivere veramente.

Quindi, ormai alla Fase Due ci siamo arrivati, ma non può bastare. Questo lungo viaggio introspettivo che tutti abbiamo fatto, deve insegnarci qualcosa di più. Se non lo usiamo per iniziare a credere in una personalissima Fase Tre (e non parlo né di decreti, né di autocertificazioni) non sarà servito a niente. Calma, non sto dicendo che da oggi dobbiamo cercare una Pia Volontaria per fare le pubblicazioni di matrimonio entro l’anno, sto dicendo che questo periodo di assenza di tutto deve spingerci più che mai a voler riempire questa vita di cose belle, piene, importanti, di valore, qualunque esse siano. E magari in grado di non sparire col primo stupido lockdown che si metterà tra le balle. Sono cose che vi ho detto (e mi sono detto) tante volte, ma in questo momento è inevitabile sentirle in modo ancora più amplificato.

Vediamo questo periodo come il Racconto di Natale di Dickens (qui trovi il riassunto): in questa nottataccia abbiamo avuto occasione di incontrare in sogno i fantasmi del Natale, e ora dobbiamo capire se dargli ascolto davvero o rimetterci a dormire.


COMMENTI 3
  • Giugno 8, 2020 at 2:53 pm
    Germano

    Beh… il modo migliore è…..sigh…bisogna ammetterlo: una donna (ma una sola!)
    Mi resta un dubbio però: pensi che tornerai mai a convivere? O preferirai PER SEMPRE una fidanzata tanto dolce e amorevole ma che ,altrettanto amorevolmente, se ne resta a casa sua?

    • Giugno 8, 2020 at 6:05 pm
      Vadoaviveredasolo

      allora, sull’avere più donne contemporaneamente ti dico che non è quello che davvero mi interessa, perché (almeno per come sono fatto io) di due o tre insieme, non ne fai mezza, nel senso che in sostanza non hai nessun rapporto di totale fiducia e dedizione. E credo proprio che tornerei a convivere, ma solo se è tutto davvero al posto giusto

  • Giugno 15, 2020 at 8:17 pm
    Germano

    Sei pazzo 😀
    Cerca almeno di tenere tutti i beni il più separati possibile.
    E buona fortuna.
    Intanto devi anche trovarla.

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