E’ notorio che io non sia un fan sfegatato dei Pooh, però riflettevo su come Uomini Soli sia una delle poche canzoni italiane esistenti sugli uomini e sul mondo maschile. Sulle donne ce ne sono una caterva, basterebbe citare Mia Martini e Fiorella Mannoia per riempire un elenco. E questa cosa mi fa riflettere circa una vera e propria assenza del punto di vista maschile, nella vita contemporanea. Fate caso a una cosa banale: a parlare della vita da single in Italia ci sono decine di blogger donne e un solo uomo (Io!Io!)
Li incontri dove la gente
Viaggia e va a telefonare
Col dopobarba che sa di pioggia
E la ventiquattro ore
Perduti nel Corriere della Sera
Nel va e vieni di una cameriera
Ma perché ogni giorno viene sera?
E non ignoriamo la chicca, il ma perché ogni giorno viene sera?, ovvero l’inutilità angosciante della vita dello scapolo di un tempo, quando privo di una vera compagna.
Si descrive un umanità di commessi viaggiatori, assicuratori, imprenditori, rappresentanti, non di web designer, wedding planner, copywriter, operatori di call center e sviluppatori. Guarda Cary Grant qui in foto, e paragonalo al tuo collega con felpona, cuffiette e sneakers: ci crederesti che hanno la stessa età? E’ così enorme il divario, che oggi si tenta di ricreare un modello di virilità artificiale con barbe sempre più lunghe (ma che non pungono più), bretelle, cappelli, gemelli ai polsi e panciotto.
Il punto di vista maschile?
Oggi l’apice della maschilità sembra quando i damerini barbuti ai matrimoni occupano l’angolo del Cigar Bar, dove sfumazzano sorseggiando rum con pose da Tony Montana, ma con la caviglietta scoperta sulla ciabatta pelosa. Vuoi un esempio stupido? Ho scritto un post su come fare un rapporto orale soddisfacente a una donna, ricevendo frotte di like, ovviamente dalle donne. Se scrivessi come fare un rapporto orale davvero soddisfacente a un uomo, sarebbe subito Weinstein e MeToo (ma un giorno sfiderò la sorte).
Piccole donne crescono?
Si conoscono a un corso di biodanza o di mindfulness, e già per domani hanno organizzato una cena, un concerto, un aperitivo. E in questo meritano tutta la mia sconfinata ammirazione.
Gli uomini invece non ricercano allo stesso modo la compagnia di altri uomini. Non parlano con altri uomini di come va il sesso con la propria compagna, non confrontano le esperienze (a meno che non siano aneddoti pierineschi con sconosciute), non ammorbano gli altri con paturnie sentimentali, sostanzialmente gli uomini non si aiutano tra loro. Al limite si accordano per organizzare serate brave, tanto cariche di aspettative quanto deludenti nei risultati. Oppure parlano di hobby e passioni comuni, non di quello che hanno dentro: gli uomini soli sono più soli insomma. Gruppetti di estranei riuniti davanti alle birre, in attesa che arrivi sul telefono il messaggino della donzella di turno per poter dire “ciao raga, mi ha scritto la tipa”, fare un’occhiolino malizioso e abbandonare quel ritrovo salsiccioso.
Non ce la fanno a stare al passo con il vivace formicaio femminile, e in qualche modo soccombono e si rinchiudono. Il Punto di Vista Maschile si trova oggi orfano dei vecchi capisaldi: esempio di figure paterne forti, soddisfazioni e carriere lavorative, famiglie solide, e si trova sospeso tra un vecchio mondo che scompare, e un nuovo mondo che ancora appare confuso e di difficile comprensione.
Ah, gli uomini di una volta…
Oggi spesso sei un rider delle pizze, o il cassiere del supermarket, o un pizzaiolo a chiamata o un giornalista precario. Non hai i mezzi (e quindi l’Autorevolezza) per comprare casa, tanto meno la seconda casa al mare, difficilmente fai lavori manuali (e quindi devi pagare per sudare, in palestra, se non vuoi svaccare).
A 40 anni ancora sogni cosa fare da grande, che sia aprire la startup definitiva, scrivere un libro, diventare influencer, avviare un chioschetto in riva al mare. Un tempo saresti stato già nonno, oggi la pensione di mamma e papà gioca un ruolo importante sulle entrate familiari. Roba che se la sera a cena ti alzi e batti il pugno sul tavolo gridando “basta!” la tua donna ti ride in faccia esclamando “a cretino, ma mettite a sede, fai il serio su“, senza neanche sollevare il viso dal tablet.
L’ombra del padre
Una parentesi: la donna over 40 ha spesso problemi con gli uomini del suo tempo, proprio perché ha avuto a che fare con una figura paterna di altri tempi. Ha magari avuto una famiglia solida ed aeterna (e quindi vede solo ambiguità e inconsistenza nel 40/50enne di oggi, perso tra relazioni liquide e peterpanesimo) oppure ha avuto un padre anaffettivo e sfuggente, e andrà quindi sempre a caccia di stronzi, per rivivere in continuazione il rapporto sul quale ha costruito la sua prima femminilità.
Non rimpiango assolutamente i tempi andati, chi mi conosce lo sa bene. E trovo che le donne siano troppo occupate ad aiutare loro stesse per aiutare noi a capirle, sebbene sembri che sia la cosa che desiderino di più.
Contraddizioni femminili
E quante ci sfrangiano la minchia su Facebook maledicendo la scomparsa dei principi azzurri e del romanticismo, e poi sono delle acide disilluse che con questa scusa passano allegramente (ma fingono che sia tristemente) da una trombamicizia all’altra?
E allora gli Uomy, che sono creature meno flessibili, o si rintanano nell’uomismo spinto, ovvero nei rapporti alla Tinder da una botta e via da raccontare agli amici del bar tra un rutto e una risata, oppure al contrario tentano di avvicinarsi alle donne, tentando fin troppo di comprenderle, e quindi perdendo il senso di essere la loro Controparte.
Un modo per essere uomini oggi?
Quindi qual è il modo, se esiste, per essere uomini senza ricalcare scimmieschi stereotipi desueti ma evitando di diventare dei Donny malriusciti? Bisogna amare le donne, sinceramente e in modo autentico, con tutta la sensibilità che possiamo. Ma assolutamente non abdicare alle nostre doti di razionalità, riflessione, di istintualità meno preponderante, di rigidità sui nostri valori e obiettivi.
Vediamo se si può imparare queste donne
E cambiare un po’ per loro e cambiarle un po’ per noi
Essere uomo vuol dire avere delle posizioni proprie, non umorali, una concezione della vita e dei rapporti che non svendi per la promessa di un pompino. Vuol dire sentirsi davvero un principe, senza che questo appaia presuntuoso, immotivato, comico.
Che te la puoi anche prendere in culo qualche volta, ma non puoi permettere a questo di cambiarti in qualcosa di peggio, se no vuol dire che quello che sei e che vuoi non è solido. Col tempo passa tutto, i fiori tornano a fiorire, non c’è bisogno di snaturarsi e diventare altro.
Devi comprendere le debolezze altrui, ma senza farti trascinare troppo dalla comprensione e dall’empatia. Sostanzialmente, devi sapere chi sei, cosa vuoi e saperlo comunicare, senza preoccuparti troppo di quello che vuole l’altra, di apparire troppo serio o troppo frivolo o troppo ridicolo. Se il tuo obiettivo è fare del sano sesso o al contrario, di trovare moglie, devi saperlo comunicare senza paura di spaventare o di perdere l’occasione. E devi saper dire di no, se i voleri di entrambi non sono compatibili, senza farti pugnalare da due occhi dolci o da un pianto emotivo, anche se dentro stai crollando dalle fondamenta.
E devi avere dei sogni. Perché un uomo senza sogni non ha slancio, non attrae i satelliti nella sua orbita, non è “più grande di se stesso” come invece lo è chi si sente proiettato verso qualcosa di più, qualcosa ancora in là da venire.
Dulcis in fundo, devi amare la fica, e desiderarla sempre. Ma non scordarti mai che ce l’hanno tutte, e che se davvero la vuoi, la trovi: non occorre né svendersi, né recitare, né renderla una malattia. E che questa non è un obiettivo o un’entità a se stante, ma è l’ingresso per arrivare a guardare qualcuno negli occhi (ok, ogni tanto anche nella nuca, ma non distraetemi) e sentirsi finalmente nel posto giusto. Sentire di essere a casa. Nella casa di un uomo.