Uno degli incubi ricorrenti del mondo single, in particolar modo quello femminile, è quello di imbattersi in un narcisista. Una definizione presa dal manuale dei disturbi della personalità e applicata a pressoché quasi ogni stronzo che passa per la via. Mi ha tradito perché era un narcisista, non mi ha voluta perché era un narcisista, è sparito perché era un narcisista. Spesso si parla davvero di persone affette da tale disturbo, ma a volte si tende a dare una connotazione patologica a quello che è secondo me invece un disturbo di cui soffre la nostra epoca, non la persona in sé.
Un senso non ce l’ha
Per fare un esempio, un narcisista può mangiare un ricco panino con salsiccia, verdure, patate fritte, ma a lui, una volta andato oltre gli odori e colori che lo hanno attirato così fortemente, sembrerà di mangiare insipide gallette di riso. Questo è il motivo per il quale avrà sempre fame, non perché sia un godereccio divoratore di prelibatezze: al contrario, è sostanzialmente un “figlio di un dio minore” che non sa godere realmente e dietro la maschera è consapevole di esserlo.
Avete presente quando mentre fumate una sigaretta ne state già desiderando un’altra? O lo stesso vi accade mentre siete a metà bicchiere, o a metà pizza? A me capita, e in quei momenti capisco che non sto desiderando la cosa della quale sto godendo, ma è un desiderio fine a se stesso, il “desiderio del desiderio”. Gli psicologi forse direbbero che in quei casi a chiamare è una pulsione di morte, non di vita, ma mi limito a dire che in quel momento dobbiamo comprendere di avere una dipendenza e affrontare il problema. I narcisisti grosso modo funzionano un po’ allo stesso modo: sembra che abbiano enormi pulsioni, ma in realtà sono pulsioni mosce, tant’è che non riescono a regalarsi una soddisfazione completa e duratura che plachi la loro ansia.
Un’epoca narcisistica
Oggi ho a disposizione tutta la musica del mondo, immediatamente fruibile a costo zero. Secondo voi c’è un solo pezzo che ascolterò più di due o tre volte? No, il solo fatto che tutto sia a mia disposizione lo rende tutto uguale, o comunque immediatamente sostituibile con qualcosa di più nuovo, di ancora non ascoltato, di più eccitante. Ma in realtà non c’è niente di meno eccitante che essere sovraccaricato in modo prolungato di cose potenzialmente eccitanti. Se tutto è eccitante, niente lo è. Se non esiste la notte, il sole non sorge mai, diventa un “coso” nel cielo che non ci procura nessuna emozione.
L’harem che non dorme mai
Le corteggiavi, le conoscevi meglio, ci scappava qualche hard lemon e decidevi quale sarebbe andata bene per te. A chi avresti dedicato il tuo desiderio, i tuoi pensieri, le tue lettere. Oggi mandi decine di “buongiorno diavoletta” a una marea di sconosciute e al primo tentennamento, difetto, incomprensione, le cancelli e passi alla prossima decina.
Eppure, se proprio hai un gran culo, questo si traduce in una scopatina da una botta e via (chi è il pazzo che si “sofferma”, avendo a disposizione l’harem più grande del mondo?) e se invece non lo hai, passi le sere a farti le pippe tutto tronfio di aver a disposizione donne disponibili a scambiare frasette piccanti con te. E ti farai grasse risate pensando ai tempi della Pina e della Meri, magari cicciottelle e un po’ baffute, ma dimentichi che loro sono state in grado di occupare il tuo tempo, il tuo desiderio, i tuoi pensieri, in modo cento volte più vero, ricco e pregnante delle tue storielle su Whatsapp.
Il ritratto di Dorian InstaGray
E qui ci ricolleghiamo al fenomeno del narcisismo, colui che si caga sotto così profondamente all’idea di prendere consapevolezza della propria umana miseria, da riuscire a vivere pienamente solo nell’idea del personaggio che si è costruito. Che sembra un padrone che non ha bisogno di nessuno, mentre è un servo che ha bisogno di tutti (un narcisista senza pubblico avvizzisce e muore).
Purtroppo non sarò certo io quello in grado di regalarvi la ricetta del buon vivere, ovvero quello di andare in profondità nelle cose e nelle esperienze sapendole gustare fino al midollo e sapendone leggere un’autentica poesia di valore, ma è proprio questo l’unico antidoto ad un vuoto esistenziale che, narcisisti patologici o meno, oggi rischia di corrodere e svilire le vite di tutti noi.
“Se se tanto divertente,
Allora perché sei tutto solo stanotte?
E se sei tanto intelligente,
Allora perché sei tutto solo stanotte?
Se sei tanto interessante,
Allora perché sei tutto solo stanotte?
Se sei tanto bello
Perché dormi da solo stanotte?
Io lo so, è perché stanotte è come tutte le altre notti
Ecco perché sei tutto solo stanotte
Con tutti i tuoi trionfi ed il tuo fascino
Mentre loro sono uno nelle braccia dell’altro”
I know It’s over (The Smiths)
C’è da aggiungere peró che la categoria è abbastanza rappresentata tra i quaranta-cinquantenni (non conosco abvastanza bene le generazioni più giovani) e l’essere narcisisti non è una scelta ma attinge ad esperienze precoci dell’infanzia, qualcosa non ha funzionato allora….quindi una patologia che riflette bene la nostra epoca ma arriva da più lontano nel tempo.