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garko

Single con la sindrome di Garko

Febbraio 12, 2016

Quando ho visto Gabriel Garko a Sanremo mi sono detto: niente da fare, sembra sempre il cameriere di un ristorante di Djerba che strizza l’occhietto alle clienti sperando in una grossa mancia, magari dietro promessa di un intimo dopocena.


E’ vero che uno quando torna single si deve rimettere in forma, comprare qualche vestito decente, curarsi di più e insomma sembrare un pò più fico o quantomeno meno cesso, ma davvero possiamo invidiare i professionisti del piacismo?

Per carità, Garko (classe 1974) era e comunque è ancora un figone: se è etero si sarà appecorato più scoiattole lui di quante ne potrò sognare io in ottanta vite, ma mi ha fatto tristezza lo stesso coi suoi sorrisi lascivi, lo sguardo enigmatico, le mossettine studiate per piacere anche dietro una maschera di botulino.

Single che invecchiano male

zoolanderSenza arrivare ai livelli di attori e modelli, anche io ho amici quarantenni acchiapponi con la Sindrome di Garko, che continuano a recitare la parte del tenebroso magnetico, del gattone silenzioso che sa guardare con insistenza la preda adocchiata in un locale fino a catturarla.

Questi amici sono single da sempre, hanno perfezionato nel tempo sguardi e sorrisi che manco Zoolander, e pur se nelle loro vanterie amorose le balle hanno un peso specifico considerevole, la loro presa funziona concretamente con le scoiattole: lo posso testimoniare.

Si compiacciono di piacere, ostentano finta modestia, spargono il loro allure da maschio elegantemente politrombante e in loro compagnia mi sento trasparente come il ragionier Filini a un raduno di modelli di Armani.

Quando avevamo entrambi vent’anni li invidiavo a morte, ma invecchiano male.

Primo, devono aumentare sempre di più il divario d’età con le scoiattole da concupire, perchè non sono quasi più in grado di confrontarsi con coetanee. Con una 40enne incazzata non basta l’occhiata alla Johnny Depp per ottenere un successo assicurato e loro più di ogni altra cosa temono il rifiuto, quindi le scartano a priori.

Il loro target rimane la post studentessa max 30enne con velleità artistiche, ma obiettivamente la post studentessa può trovare carne più fresca e soda della loro.

Secondo, devo sorbirmi le frequenti malinconie del single professionista che dice di voler cambiare, di aver bisogno di una compagna stabile, che invidiano me per aver avuto sempre relazioni di lunga durata e in convivenza. Stanno cercando una badante in pratica, con lo stessa lucida mentalità calcolatrice con la quale fino adesso hanno evitato gli impegni come la peste.

Terzo, mancano di solidità. Possono parlare del loro nuovo progetto artistico (quasi sempre “eventi” ristretti al giro di amicizie), del loro viaggio bohemièn, di progetti per il futuro che annunciano da un ventennio, ma il vuoto e la stanchezza iniziano a corroderli.

I miei Garkoamici non hanno cose da capire, nuove conquiste da fare, questo percorso sempre così rognoso davanti alla palle. Ma proprio per questo, mentre io vado avanti a tentoni verso un tentativo di futuro luminoso, loro si accartocciano sulle ceneri di un passato che non tornerà.

libro vado a vivere da solo

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