15 49.0138 8.38624 arrow 0 both 1 5000 1 horizontal https://www.vadoaviveredasolo.net 300 4000
single a san valentino

Il punto di vista dei single?

Febbraio 9, 2020

Per San Valentino, in occasione di un’intervista radiofonica, dovrò raccontare il mondo dei single e ho iniziato a preparare una sorta di riassunto, di scaletta, per spiegare il nostro punto di vista. Che già dire “nostro” è impossibile, dato che la parola Single racchiude milioni di esperienze diverse che vanno dal genitore solo che ha ceduto casa e mezzo stipendio e dorme in macchina, alla cougar indipendente che passa i sabati a rimorchiare toy boys. Dall’uomo che si trova solo e sconvolto dopo 30 anni di matrimonio allo scapolone che come diceva Sordi, “non si è mai messo un’estranea in casa”.


One nation under a groove

funkadelicIl mio obiettivo è quello di trovare un Minimo Comun Denominatore a tutte queste situazioni, per poterle raccontare con una voce sola. La mia posizione è quindi necessariamente semplificante: credo che essere single sia peggio che stare in un’ottima coppia, ma che sia sicuramente meglio che vivere all’interno di una coppia brutta o mediocre. Contrariamente a quanto pensano “all’esterno”, i single parlano d’amore, sognano l’amore, e lo fanno talmente tanto (ehm, sognare intendevo) che in confronto Walt Disney è Wanda Nara.

Cosa ci accomuna davvero?

Ecco, quello che li accomuna è la voglia di cercare ancora, di non fermarsi a situazioni di comodo, di avere consapevolezza che la vita è una, e che cercare (parlo per gli over 40 e over 50) la felicità piena non sia un delitto. Il rischio è quello di trasformare una sana ricerca in un abisso di incontentabilità, favorito dall’illusione che oggi ci regalano social e siti di incontri, che ci sia un intero favoloso mondo di persone in cerca di noi, che poi una volta tolti i Buongiorno Kaffè e le paillettes si rivela esattamente come il Paese dei Balocchi di Lucignolo e Mangiafuoco.

san valentino da single

Sognare in grande ma agire in piccolo

principe azzurroIl problema è che più accumulano esperienze negative o poco esaltanti, e più i single si rinchiudono in un’idealizzazione della coppia perfetta, del Principe Azzurro, creandosi aspettative gigantesche e a volte oltre l’umano o almeno oltre le proprie possibilità.

Di conseguenza, sembrano che stiano lì sempre pronti per cogliere l’altro col piede in fallo (invece che col fallo in piedi) per poter finalmente fischiare il cartellino rosso e gridare UN ALTRO CASO UMANO, HO GIA’ DATO, HO DETTO BASTA A TUTTO QUESTO, NEEEXXXT! Insomma, tutti ci siamo imbattuti nella vita in un “io non posso amareh” detto con sopracciglio corrucciato e boccuccia imbronciata, no?

Si riparte dal Via

E a questo punto si rifugiano nel “noto”, ovvero in frequentazioni che vanno molto sotto la soglia del minimo consentito in termini di affetto, affidabilità, rispetto e stare insieme.

bridget-jonesPoi dopo qualche settimana di ostentata euforia, di chi vuol essere lieto sia, di ringiovanimento posticcio, tornano ad essere schiantati da tutte le carenze di queste storie che non c’erano, ad avvertire il vuoto e preferire la colonia di gatti, la tisanona bollente, la coperta e le schifezze da mangiare sul divano.

Pian piano ciclicamente ritorneranno gli interrogativi, gli ideali amorosi ottocenteschi, lo struggimento per qualcosa che non c’è, il riascoltare “But not for me” e a chiedersi come mai il destino beffardo li ha resi soli in un mondo che inneggia all’amore, e ricomincerà il loop.

La domanda successiva, quella che renderà miliardario chi troverà la “cura” è: come si spezza il loop? Potrei dirti che troverai la risposta nel mio libro, ma sarebbe una cazzata. Però puoi ordinarlo anche solo perché apprezzi la mia sincerità.


COMMENTI 0

Lascia un commento