Eccoci arrivati al consueto appuntamento con l’annuario, ovvero il resoconto di come è andato quest’anno di…vivere da solo. Ho riletto le impressioni sul primo anno e posso dire di riconfermarle tutte. Soldi, amici, tessuto sociale devono essere i cardini della nostra vita, single o non single, sui quali innestare poi tutto il resto.
Nei primi due anni da single non sono stato in grado di creare dei cardini solidi, per due motivi. Primo, forse una specie di rifiuto inconscio del posto dove ora abito. La città, la casa, tutto quello che aveva accompagnato la mia rivoluzione di vita, si è rivoltato contro di me favorendo uno stato di isolamento. Probabilmente ho realizzato che tante cose erano l’arredamento di un tunnel, e il mio inconscio mi ha impedito di mettere radici, immaginando che in una mia evoluzione avrei poi dovuto strapparle per l’ennesima volta.
Secondo, ho dato un’importanza forse troppo grande alle questioni sentimentali. Dopo tanti anni di ligia vita di coppia ci sta, si creano dei bisogni, dei desideri, una fame, che è in grado di oscurare tutto il resto.
Se il primo anno ho potuto godere del lato più porcellino e giocoso della faccenda, il secondo l’ho dedicato al cuore, all’imprevisto desiderio di una possibile progettualità, alla visione di qualcosa bella e inafferrabile come nei film. E santo cielo, non ho niente da recriminare dato che ho ritrovato un sorriso a 32 denti, in un anno che, pur non privo di momenti amari, mi ha illuminato fino in fondo.
Ora inizia il terzo anno, e occorrerà forse fare una sintesi: cercare sempre indomabilmente quella magica bellezza del vivere, ma anche assicurarsi che non si limiti ai momenti speciali ma possa penetrare un po’ di più nella mia vita vera. E in questo ridiscendere sulla terra, servono un po’ di soldini, e la capacità di rimettersi in gioco totalmente come già in passato ho saputo fare.
Forse ora so meglio per quali cose voglio lottare, per cosa voglio poter essere pronto, per cosa voglio non dover più dire “ah, se ci fossero state le condizioni giuste”, “se io, se lei”. Che siano vere possibilità o mulini a vento, che siano stelle o lampare, io sarò pronto, sempre col cuore per aria ma con tutte e due le gambe piantate a terra stavolta. Sbagliando o facendo bene, ma credendoci e desiderando fino in fondo, come è nella mia natura.
E’ arrivato il momento di volere una vita bella, non solo dei pensieri belli. Perché ho l’incrollabile consapevolezza di meritarla, per le mie doti, per le mie qualità, per la mia forza e per il mio essere speciale. Perché modesto non lo sono stato mai, ma umile si. E perché tutte le persone della mia vita continuano a tifare per quest’uomo, amabile ma incapace di volersi bene veramente, e mi insegnano la strada.