Non potevo non parlare, nel mio bestiario di donne single, dell’Allontanatrice. Stiamo parlando di quel tipo di donna ferita da una relazione precedente (quasi sempre attribuita ad un narcisista), che continua ad adescare maschietti, per poi ritrarsi al momento opportuno.
E questo genera ovviamente reazioni, aspettative, ripetuti bidet al patchouli e dolorose depilazioni pettorali nei malcapitati che non possono sapere che…non si andrà da nessuna parte.
Perché quando si arriverà al momento di andare al sodo, che sia a livello relazionale o semplicemente di allegro spurcellamento, Ella si ritrarrà nel suo dolore e ridurrà i contatti fino a tagliarli, un po’ come facciamo noi quando gridiamo “ioh non posso amareh” (ma noi almeno lo facciamo solo dopo lo spurcellamento, o quando l’eventuale moglie ci ha già collegato i testicoli alla batteria dell’auto intimandoci di comporre davanti a lei il numero della terza incomoda per l’addio).
Perché si diventa allontanatrici?
Compito dell’uomo è quello di capire subito che si è infilato in un vicolo cieco, perché a rimanere col cuore o il pisello in tiro per troppo tempo si diventa matti, e solo il cielo sa che non abbiamo bisogno di ulteriori spinte verso l’abisso.
Un’Allontanatrice può guarire?
Prima o poi l’Allontanatrice guarisce, per carità: c’è chi continua per anni nello stato di Figa Ottica (ovvero da vedere ma non toccare), chi simula una pallida relazione con qualcuno per fingere di essere tornata alla vita, chi inizia a donare l’8 per mille alla Kitekat. Il modo infallibile per capire quando sarà davvero guarita? Quando tornerà ad invaghirsi di nuovo di teste di minkeea, ributtandosi a pesce nelle relazioni disfunzionali che sono la sua unica ragione di vita.